Cos’è Swartz Studio

Un ufficio sfitto nel centro cittadino (a Sacile, PN) diventa l’occasione per quattro persone, che continuavano a incontrarsi in giro per la città in cerca di stimoli, di rimboccarsi le maniche e iniziare a organizzare insieme quello che non trovavano altrove.

Swartz Studio non è un’associazione culturale, quindi non ci sono tessere o statuti, non è un locale, quindi non ci sono biglietti d’ingresso, diritti di prevendita o angoli bar. È una casa, anche se è un ufficio. Gli “eventi” sono come delle cene tra amici in cui ognuno porta qualcosa (e, visto lo spazio a disposizione limitato, al massimo possono accogliere una cinquantina di partecipanti*). Tutto ha una dimensione domestica, perché al centro di tutto c’è il desiderio di condividere ciò che ci piace o che per noi è importante con le persone a noi vicine. Ed essendo una casa, in bagno si fa la pipì da seduti, la raccolta differenziata è questione di vita o di morte e ci sono anche dei gatti. Ovviamente comandano loro. Quindi, cari amici allergici, ci si vede da qualche altra parte.

Il nome dello studio è un omaggio ad Aaron Swartzinformatico, intellettuale e attivista (sviluppatore del RSS, della licenza Creative Commons, nonché collaboratore di Wikipedia), che si è battuto fino alla fine per il libero accesso alla cultura. Nel nostro piccolo ci piacerebbe essere un luogo di condivisione e diffusione gratuita del sapere. Viviamo un periodo storico di grande tensione e disparità sociale. Il minimo che possiamo fare è sfruttare la posizione di privilegio in cui ci troviamo, in modo da combinare tra loro le possibilità che abbiamo come singoli (competenze, spazi, risorse, conoscenze) perché ciò che possiamo ottenere insieme è superiore alla semplice somma delle parti. A volte anche solo proiettare un bel film per gli amici è un’alternativa valida al mero ingannare il tempo bevendo un aperitivo dopo l’altro in un bar della piazza, come se la vita non potesse essere anche altro, divertimento incluso. Altrove, in luoghi più o meno lontani, tante persone non possono nemmeno fare queste cose banali, quindi noi che possiamo abbiamo il dovere morale di usare il nostro tempo e la nostra libertà nel modo più pieno.

Anzi, parlando di film, è sicuramente da vedere il documentario The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz di Brian Knappenberger: https://www.youtube.com/watch?v=AbV8KxvNQsk

*Legalmente tutti i nostri eventi sono feste private con elenco nominale dei partecipanti e in quanto tali non possono accogliere più di 100 persone.

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